libertà…

e creperén con na parola, mél
sui làori, ensìn dolcìssema
e sqoàsi la stómega
postàda pégra al bater
dei tò denti
sgolàr viliàco de ‘n sofi tébi
lassà che ‘l vàghia ‘n vòlta
par spegiàrse ‘n le sò slòiche
tormentade

e pò parlar,
desferenziàrse oniùn par sè,
parlar par no scoltàr
el sdindonàr de sta cadena
fata ‘ntorn al vìver nòss
ne manca stopa e zéra
a tegnìr vìo qoel föc che sbrìgolia
gh’è chiche ‘l völ scampàr
sul sólch de ‘l òrt dei altri
fasèndose tirar, a vòlt, da na parola

e la se strenge
‘ndòs al nòss smorzarne cèt
come ‘n grop de ‘n fumesèl
bagnà da na pasion che se smamisse
e la se ciàma libertà

Giuliano

libertà…

moriremo con una parola | miele sulle labbra | dolcissima | quasi stomachevole | appoggiata lenta al battere | dei tuoi denti | volo vigliacco di un tiepido soffio | lasciato vagare chissà dove | per rispecchiarsi in struggenti filastrocche |  e poi parlare, | districare i propri dubbi | discutere per non sentire | il tintinnio di questa catena | attorcigliata al nostro vivere | ci manca stoppa e cera | per tenere acceso  il fuoco che brilli | c’è chi vuole fuggire | invadendo il solco di campi forestieri | facendosi strattonare, cadendo a terra, da una parola | si stringe al nostro spegnerci silenzioso | come il nodo di una corda in cuoio  | bagnato da una passione che si attenua | e si chiama libertà

 

 

 

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7 risposte a “libertà…”

    1. Libertà, libertà… tanto se ne parla, poco si distribuisce!
      Vorrei esser solo
      solo, nell’immensità
      delle pianure bianche
      solo con la mia povertà
      con le mie membra stanche
      e… sarei felice
      perché sarei… il solo!
      Brao… cia
      Iaio

  1. Da Facebook:

    Clizia Gallarotti

    se ne fossimo capaci…

    Sergio Paolazzi

    sai che preferisco la versione ITA? brao..

    Simona Sentieri

    🙂

    Mauro Pallaver

    Saper catturare e leggere correnti di pensiero che circolano in disordine, parole e comportamenti; saper interpretare atteggiamenti e costume e, con stupenda sintesi di suoni e concetti, fornircene l’essenza distillata. Se questo è uno dei ruoli di un poeta civile, hai dimostrato con queste righe di esserlo compiutamente. Condivido l’opinione che, sfrondata di sdrucciole e seduzioni, la versione in lingua italiana sia più “funzionale” al tema, dura forse ma dovuta. Complimenti!

  2. Toi Diaolin, senti mò el Carlo Scanagatta chel vive a Seattle (l’ho conosù per caso prima de nar en Merica quest’an..).
    L’ha dit che ghe pias en mucio la to poesia!
    Envezi elo el me par en narador de storie.
    A mi el me piass tant.
    Saludo el Poeta.

    Eugenio

  3. Le immagini ci sono e sono di effetto fra versi cui, come il solito, non manca la scorrevolezza. Ho dovuto però rileggerla alcune volte per dare un significato agli ultimi cinque versi. Ha ragione Troisi quando sostiene che la poesia appartiene a chi la legge.
    Ciao.

  4. Sempre da Facebook

    Saverio Gelardi

    Mi accorgo che il commento espresso non c’è. Chiedo scusa Giuliano, evidentemente non avevo cliccato l’invio a conferma. Non ricordo cosa avevo scritto, so che era un commento che esprimeva il mio totale gradimento. Rileggendolo ora i tuoi versi ho riscontrato la stessa sensazione:
    ammirazione per la versione in italiano, forte, densa di dignita’, quasi nobile direi
    emozione per la versione dialettale perchè il suono di quelle parole antiche aggiungono una nota di umanita’ che commuove.

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