ma se…

ma se vedesti adèss, la prima lum,
qoél pèten sora ‘l làres ‘ngremenì
scoltando al tàser cèt de le cigàie
i pigòzzi a martelàrse ‘l sò disnàr,
sarìa sol delibràrse dai sò grópi
lassàndo l’òcio córer ‘n trà le dàse
par véder se de för sul mondo vìo
gh’è ‘ncor valgùn che ‘l ride e ‘l se ‘mbriàga
con qoéla gocia de rosàda mìzza
endoche ‘l sol se spègia e no ‘l lo sa

ma se vedesti adèss, la prima lum,
vorìa che la sagiàsti
adèss, con mi

Giuliano

ma se…

ma se tu vedessi ora, la prima luce,| quel pettine  sopra il larice infreddolito | ascoltando nel silenzio delicato delle cicale | i picchi a martellare il loro pranzo | sarebbe come liberarsi dai propri crucci | lasciando l’occhio correre tra le frasche | per vedere se lì fuori nel mondo vivo | ci fosse ancora qualcuno che ride e si ubriaca | con quella goccia fradicia di rugiada | dove il sole si specchia e non lo sa | ma se tu vedessi ora, la prima luce | vorrei tu la assaggiassi | insieme a me

 

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3 risposte a “ma se…”

  1. Da FAcebook:

    Lorella De Bon

    La chiusa, perdona la schiettezza, mi pare un po’ troppo scontata e avulsa da tutto il resto, che ritengo pregevole.

    Guido Comin

    Non sono d’accordo, Lorella! Quella chiusa è fondamentale, per quel prezioso attimo di condivisione, senza la quale tutta la meraviglia contemplata avrebbe, a mio parere, poco senso. But I still love you… 😉

    Lorella De Bon

    mi spiego meglio … tutta la lirica segue uno stile raffinato, quasi disincantato, dove il poeta intesse un rapporto privilegiato con la Natura, un dialogo “a due” che la chiusa disturba, facendo irrompere una terza persona che – discutibilmente – continuo a percepire come un’estranea. Una presenza che “rompe” l’incanto. Ma forse la rottura era voluta, cercata. Tutto qui.

    Diaolin Giuliano Natali

    Avevo quasi compreso questa tua… ti do uno spunto ulteriore per rileggere la cosa, anche se devo ammettere che la tua lettura mi piace moltissimo: la chiave di tutto questo arcano sta in questa frase
    “par véder se de för sul mondo vìo
    gh’è ‘ncor valgùn che ‘l ride e ‘l se ‘mbriàga”

    Ti ringrazio molto del commento e mi scuso della domanda che, normalmente, non faccio mai ma leggendo un commento da una persona che stimo mi sono preso la libertà di fartela perché i pensieri dei poeti mi sconfinferlano troppo per lasciare che passino senza lasciare traccia. Grazie ancora e se ti va rileggila partendo da quel piccolo indizio. 🙂

  2. Sempre da Facebook:

    Anna Schettini

    ne avevo compresa una buona parte…ascoltando te, ho allenato l’orecchio al suono delle tue parole scritte…Mi piace molto..questa luce che è sole..io invece pensavo fosse la luna.. della notte e questo passaggio è un’alba, la luce ferma e tiepida di un mattino..dopo una notte, forse..

    Giorgio Cogoli

    mi piace tanto l’immagine del”pèten sora ‘l làres ‘engremenì”.

    Liviana Melchiori ‎

    …..ARRIVA FORTE L’UNIONE/COESIONE FRà CHI “DESCRIVE”E CHI ANCHE SE SOLO COL PENSIERO è A LUI VICINO…. GRAZIE DIAOLO

    Noemi Ghetti – Amica di Anna Schettini
    eco di voce lontana…

  3. Senza polemica ma resto ancora dell’avviso che una poesia non vada spiegata. A me piace il sole (ma anch’io avrei preferito la luna) che si meraviglia di starci tutto dentro ad una goccia di rugiada.

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