làpisi scavézi…
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fosìn, strìsa negra
su ‘n fòli de bàta
l’è ‘n àrfi sgaùss
lagà sgolàr alt
se ‘mponta la nòt
i desgàrtia i rochèi
‘mbastendone i làori
coi ponti de séda
e vis-ciàde credenze
‘mbombìde de mòrt
le ‘mpitùra ‘l doman
seràdi dre a ‘n ùss
Giuliano
matite spezzate
fuliggine, striscia nera | su un foglio di ovatta | è un vuoto sospiro | lasciato volare | s’impunta la notte | dipanano i fili | cucendoci labbra | con punti di seta | e illusioni violente | intrise di morte | dipingono giorni | chiusi dietro a una porta
Nonostante tutto non riusciamo ancora ad uscire dal nostro guscio
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Col tuo linguaggio intenso e pregnante, mi pare sia riuscito ad esprimere molto bene il dramma di violenza che ha toccato tutti noi e il mondo intero.
Ciao.
Grazie Guido, sono contento ti piaccia, è un momento nero e la questione non
si risolverà con un “Io sono Charlie” ma con una rivisitazione dei propri concetti
di interazione con gli altri.
Non dobbiamo permettere che per salvaguardare la libertà la si tolga!
Se si tenesse presente che la propria libertà finisce dove inizia quella altrui, avremmo già fatto un bel percorso. Così non ci sarebbe nulla da salvaguardare né da togliere. Ma mi pare un’utopia.
Ciao.