Camera anecoica

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      camera anecoica - diaolin

Immerso nel deserto di voci
dove pure il respiro tace
sento timido il pendolo dentro
ricordarmi il cammino sospeso
su grigie parole disegnate sull’acqua
che corre, incurante, verso il lago
incastrato tra impressioni di vento
appoggiate ai capelli del mio bosco
colorato dai segni più stanchi
di un tempo che inverno non è
Sembra tutto tacere
negli occhi che guardano un fiore
sfuggito alla terra ferita
silenzio, di dentro,
carezze nei palmi si perdono al vento
muto anche il cuore per farmi dormire
Sbircia invano una luna da dietro la notte
e poi fugge stordita

Giuliano

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9 risposte a “Camera anecoica”

  1. Da Facebook:

    Alessandra Fanti:

    sembra di essere dentro di te e contemporaneamente questo dentro è anche fuori di te in un paesaggio di notte un senso di reale/irreale compresente
    il buio è profondo ma anche piatto, come un fondale

    1. Grazie Guido, come sai io scrivo come viene e ho apprezzato molto questo tuo appunto sul non rimpianto.

      Neppure io ho rimpianti, le parole le lascio scorrere e se vengono in italiano… perché no?

      Aggiungo per chiarire meglio: la camera anecoica tende a produrre una sensazione di instabilità essendo priva totalmente di echi

      Grazie ancora

  2. Bella, Giuliano. Una trama fitta che intreccia pensieri, sensazioni,emozioni che si avvertono come sfumate sensazioni di certi fruscii notturni, vissuti in solitaria presenza con se stessi. Io vedo, percepisco, e ci sento i tuoi luoghi di vita..

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