tira la brùsca…

      1442.mp3

la resón l’èi sol na paia
che i la tèn ‘n de man i sióri
e par tant che te smaniàsti
qoéla corta tireràš

l’è na brùsca, pal ‘n de i òci
che se ‘nfrìza dent pu fonda
e ´n fazöl vesìn na làgrema
el la pröva a cavar för

la se scònde dent ḿpiantada
palesàr bosìe ‘n de slòiche
e la sfòrza brèghei crui
par lodàrse verità

ma l’è sol en fil de fen
che anca ‘l vent ghe n’à ‘n festìdi
e pò ‘l pasa come ‘n mài
e ‘l lo sghìcia ‘n de ‘n canton

qoànde i tira ‘n de la brusca
e ghe resta ‘n man sol fen
la resón l’èi sol dei òmeni
che i sa fàr en pas endré

Giuliano

il sorteggio

la ragione è solo una pagliuzza
che vien tenuta in mano dai signori
e per tanto che tu tenti
riceverai sempre quella corta

è un filo di paglia, palo negli occhi
che trafigge tutto fino in fondo
ed un fazzoletto assieme ad una lacrima
tentano di estrarla

si pianta dentro nascosta
nascondendo bugie in grandi discorsi
e urla come un ossessa
per dimostrare di essere verità

ma si rivela solo un filo di fieno
ignorato anche dal vento
che passa e, come un maglio,
lo schiaccia in un angolo

quando, dopo il sorteggio,
rimangono con le mani vuote
la ragione è solo degli uomini
che riescono a fare un passo indietro

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5 risposte a “tira la brùsca…”

  1. Notevole mi pare la poesia per la sua lirica.
    Non certo intrisa di ottimismo, però!
    Mi trovo a non condividere (per fortuna che non la pensiamo tutti alla
    stessa maniera!) soprattutto la conclusione degli ultimi quattro versi: la ragione è solamente di chi sa fare un passo in dietro. Del resto abbastanza
    in sintonia con tutto quanto precede. Non la proporrei, come insegnamento di
    impegno civile, alle giovani generazioni che, secondo me hanno bisogno di
    essere incoraggiate. Ecco, qui traspare un po’ l’ignavia della quale parli
    nell’ultimo tuo commento alla mia ultima “notizia” del mio sito.
    Se tuti i féssa cossì, resterìa demò Berlusca coi so amìzi. Noialtri, oltre
    che far passi ‘ndrìo, poderéssen demò piànzer e maledìr la cativa sòrt. Il
    destino crudele e baro. Se ghe slargherìa strade e stradoni ai Di Girolamo e
    a tuti i embroioni che i guadagna la caréga coi voti dela màfia. Avanti
    Andreotti. Avanti Sindona. Avanti Calvi. Avanti Marcinkus. Noialtri fén en
    pas endrìo.
    Non sono d’accordo ma queste sono osservazioni politiche che nulla hanno a
    che vedere con la lirica e che ti invito a leggere come tali.
    Ciao, uomo superattivo.
    Guido

  2. Vorrei far notare che gli ultimi quattro versi non sono ciò che hai scritto ma sono:

    quando, dopo il sorteggio,
    rimangono con le mani vuote
    la ragione è solo degli uomini
    che riescono a fare un passo indietro

    che suona lievemente diverso…
    🙂

  3. … e io non vorrei farla troppo lunga, perdendomi, anche sull’onda delle emozioni di questi giorni, (è proprio il caso di dirlo) in discussioni politiche.
    Osservo invece, davvero con molto interesse, come sia vero ciò che mi sembra dicessimo tempo fa anche fra noi e cioè che la poesia non va spiegata ma dev’essere il lettore ad interpretarla. Se poi il lettore non la capisce, o la capisce in un altro modo, pazienza.
    Ciò non toglie che mi dispiaccia di non essermi trovato in sintonia ma non prendertela: non è una novità che io sia uno zuccone.
    A volte succede anche nei premi letterari (dove, come anche tu ben sai, i giurati sono poveri cristi come noi) di veder premiata una poesia con motivazioni ed interpretazioni le più strane e comunque diverse dal pensiero del poeta.

  4. Un ultima frase:

    “gli uomini che riescono a fare un passo indietro”
    sono quelli che nella vita riescono anche a mettersi in discussione e se fanno uno sbaglio lo ammettono.

    E penso di avere detto tutto.

    Ciao, guarda che siamo in sintonia perfetta…

  5. Suona il testo.

    Ma sento che la ragione di cui tu parli è la burla di chi pensieri non ha. E’ la ragione che non si fonda su nessun principio che possa eguagliare una qualche verità.

    Il suo fondamento è governato dalla stupidità, dalla prepotenza e dall’arroganza. Non è pensiero.
    E’ il violento che vuole dominare e piegare il non violento.
    La fatuità che uccide.

    Non parteciperei mai a questo sorteggio inutile, meglio una sana indifferenza verso chi non ha niente da dire e niente ha da dare.

    Quando è la bruta ignoranza che non ha fondo e che si dota di una muscolatura forte, per voler imporre a tutti la disumana dittatura di un pensiero falso , si rifiuta e si va oltre…
    …e si combatte con la forza delle proprie idee, che sono la semina laboriosa che il vento porta e che darà i suoi frutti migliori…

    Ciao Poeta dei canti. Un bacio.

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