Canchen nr. 28

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Coparle, cognerén, ste femene col bèch
le fa ‘nzispar le tòneghe che ‘mpara a tuti ‘l bèn
L’è colpa sòa, se i vis’cia, par darghe na ‘ndrizzàda
batude come nogare e coi cavèi cioncadi

Envezi che far fiöi, disnàri e rota ‘n cà
le sa depù de i òmeni, entorn col nass en su
le lege e le fa cònti, le sbètega reson
Fortuna che den séch: pan pian le se userà

Doman te crompo ‘n vel

Cardine nr. 28

Dovremmo farle fuori, queste femmine arroganti
mettono in crisi tonache che fanno il bene nostro
Sono colpevoli e le frustano, per dar loro una via
battute come noci, celati anche i capelli

Al posto di far figli, cucina e rassettare
sono più istruite degli uomini, a spasso inebetiti
leggono e fanno di conto, discutono di politica
Per fortuna le picchiamo: col tempo si abitueranno.

Domani ti compro un velo

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