Dicono…

Suchert Daniel Di Schuler

Giuliano Natali, Diaolin.
E’ un lirico straordinario, capace di offrirci visioni memorabili ad ogni verso. Le sue poesie non hanno paragoni nelle nostra tradizione. Riesco a spiegarle solo in termini cinematografici. Sono successioni di inquadrature: a volte legate tra loro da esigenze narrative; più spesso da logiche tutte loro, estetiche e sentimentali, conoscibili o intuibili solo fino ad un certo punto. Sono, ecco, videoclip di parole. Una poesia del quotidiano e della memoria, che non ha nulla di intimista; che riesce nel compito difficilissimo di essere ad un tempo alta, altissima, ed impegnata, calata dentro il nostro tempo e rivolta alla nostra società. Un poeta vero: non uno scrittore di parole in colonna; non un lamentoso cantore del proprio ombelico. Non un profeta; non un esibizionista di sentimenti, tanto più falsi e retorici quanto più strillati. Un poeta capace di far musica della parola e di riflettere sul mondo offrendocene la sua personale visione. Moravia, nel suo elogio di Pasolini, disse che i poeti sono rarissimi; che ne nascono due o tre per secolo. Penso di essere stato tanto fortunato d’averne incontrato uno. Scrivo queste righe per affermarlo e perché resti memoria, se è vero che quel che finisce sul web non viene mai perduto, che ho perlomeno avuto la sensibilità di riconoscerlo per tale.

 

Jacqueline Dick, poetessa e scrittrice, New York City

I read your haiku… and was bowled over with content and presentation! The art (haiga) and your words… often beautiful, always interesting… I loved it, and will save it to read and re-read. (. . .) It’s a wonderful undertaking… and I’m only sorry I can’t see the exhibition live!

[Ho letto I vostri haiku … e sono rimasta molto colpita dai contenuti e dalla presentazione! Le immagini (haiga) e le vostre parole … spesso belle, sempre interessanti … Mi è piaciuto molto e lo salverò, per leggerlo e rileggerlo. (. . .)
E’ una meravigliosa impresa e mi dispiace soltanto di non poter vedere la mostra dal vivo!]

 

Mauro Pallaver

Un attimo di vita che si fa verso.”
E’ la definizione di haiku che ci da Fabrizio Virgili, anima di CascinaMacondo e studioso di poesia giapponese.
Mi piace citarla perché in essa ritrovo Giuliano Diaolin Natali,  che mai ho sentito tanto vicino come in questi versi.
Sarebbe sbrigativo e pure sbagliato definirli haiku; in realtà, parafrasando un verso di una canzone di Paolo Conte che canta “… si trattava d’amore e non sai quanto…”, in questo caso si “tratta solo” di poesia, essenza di essa, distillato puro e concentrato.

Handle with care.

Suggestioni ed immagini,  vetro che si spezza, gesso che stride sulla lavagna dell’anima, una carezza al cuore; come il suono, le parole di Giuliano sono in costante relazione con il silenzio:  traggono vita dal silenzio che le precede, le segue e le circonda. Non amano il chiasso,  pretendono attenzione, misura del respiro;  vogliono si sappia distinguere il vedere dal guardare, il sentire dall’ascoltare. Dal silenzio che pretendono, effimera pozione di Panoramix,  traggono  forza inattesa.
Ancora vorrei ricordare; il senso del “legato” musicale che dà un ordine alle parole ed espressività ad ogni frase; la forza espressiva del dialetto, il colore, la passione ed il rigore che mi hanno conquistato alla prima lettura.
Mi piace citare in chiusura  alcune frasi riferite ad un mondo, quello musicale, tanto caro al Diaolin, forse quanto quello della poesia. Sono di Daniel Barenboim che in un suo bellissimo libro dal titolo “La musica sveglia il tempo”, scrive: “I giovani che conoscono la passione per la prima volta e perdono ogni senso di disciplina possono capire attraverso la musica come passione e disciplina possano coesistere….,persino la frase più focosa deve avere alla base un senso dell’ordine…
“In definitiva, quella che forse è la lezione più difficile per l’uomo – imparare a vivere con disciplina e nondimeno con passione, nella libertà e nondimeno nell’ordine – traspare con chiarezza da ogni singola frase musicale.”
In queste frasi riconosco la poesia di Giuliano.

 

 

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Una risposta a “Dicono…”

  1. Malgrado sia un dialetto molto diverso dal mio (milanese) cerco sempre di leggerlo e, come capita per tutti i nostri bellissimi dialetti, mi trovo dentro un altro mondo di suoni e di emozioni tradotte in suoni. Ma non basta. Ci trovo passione e rabbia e tenerezza. Insomma grande poesia.

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