Canchen nr. 35

      7207.mp3

no se ghe ‘n vede för redèntio
giornàde tute istesse, stomegà
e frét che ‘nghiàcia l’ànema
fianèla ‘ntorn al cör

le nòt sui córli, negre
a rumegàr ensòni
l’è sèrp che strénge fiss
speranze e calendàri
anca se ‘l brìgol mòrbi
l’encalma ‘n bósch de róvi

ciùta na luna piàta
dré a ‘n làres a l’arbandon
resta sui làori en cant machégn
a desperàrme ‘l dì

Cardine nr. 35

non vedo vie di fuga
da questi giorni tutti uguali, solo disgusto
e freddo che avvince l’anima
come flanella attorno al cuore

le notti sui carboni ardenti, nere
a rimuginare sogni
serpi che attanagliano
progetti e speranze
anche se un brulichio di stelle
ammorbidisce un deserto di rovi

fa capolino, eterea, una luna piatta
da dietro un larice lasciato al suo destino
rimane, sulle labbra sciatte, un canto insipido
ad angustiare il giorno

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Free Cultural Works






2 risposte a “Canchen nr. 35”

  1. Ciao Giuliano Mi appello al cardine 35….. Un’opera, quella che stai scrivendo, che non lascia spazio a fantasie ma apre mondi di riflessioni sul nostro io personale e comune…solo chi è sordo cieco può dirsi indifferente….il coinvolgimento è totale. Grazie per tenere sveglio il dentro di ognuno con le tue parole graffianti, sincere e prive della giustificante codardia morale….

    1. Grazie, il libro uscirà presto.
      Devo ammettere, caro Fabrizio che tra Handle with care ed Isteresi
      ho avuto il mio bel da fare a scavarmi dentro e mettere a nudo,
      probabilmente, molto più di me di quanto non conoscessi.
      I miei ultimi 20 anni sono uno scavo continuo con un badile che,
      ad ogni colpo, mette a nudo vermi che rosicano

      Grazie molte della tua recensione

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