Da dietro un Niqàb di parole
osservo la vita che corre sopita
distesa su un foglio di voci silenti
brusio di pensieri sconnessi
radici di acacia spinosa
piantate nel tiepido seme di roccia
lasciata appassire al sole d’inverno
Intanto attraversa la cruna di nuvole scure
il volo di un’aquila sola
perduta nel soffio del vento viziato
da un raggio di luna più muto di sempre
Giuliano
Il niqāb è un velo presente nella tradizione araba preislamica e in quella islamica, che copre l’intero corpo della donna, compreso il volto, lasciando scoperti solo gli occhi.
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Riporto da Facebook:
Carmelo Serafin
Il Ritmo a perdere con effetto Consecutio Temporum la rende leggera.Quasi mistica.
Dal Maso Francesca
Molto bella… scritta col cuore…
Roberto Resoli
Bella Diaolin, lo stessa sontuosa sonorità di quelle en dialèt