Isteresi
È un momento difficile per tutti e non riesco a non pensare
a ciò che succede intorno a me, intorno a noi…
Diaolin
Il ciclo di isteresi è un modo per raccontare un sistema che mostra di reagire in ritardo alle modifiche del suo stato, rispetto a quello precedente. Questo emerge di solito durante l’osservazione e lo studio di un materiale, concentrandosi su una sua determinata caratteristica. Si procede sottoponendo il materiale in oggetto ad un particolare stimolo che si ripete ciclicamente registrando e rappresentando i dati ottenuti in un grafico. Si parla di ciclo di isteresi perché si ottiene una curva chiusa.
La musica di sottofondo è: Jeux d Enfants (from Alegría – Cirque du Soleil) di René Dupéré
“Il sette, per le sue virtù celate, mantiene nell’essere tutte le cose; esso è dispensatore di vita, di movimento ed è determinante nell’influenzare gli esseri celesti”
Ippocrate
7 i giorni della settimana
7 i pianeti sacri
7 le virtù e i vizi capitali
7 i Sacramenti
7 le braccia del candelabro ebraico
7 gli anni di disgrazia provocati, secondo il folklore, dalla rottura di uno specchio
7 gli anni necessari affinché il corpo si rigeneri.
7 gli attributi fondamentali di Allah tant’è vero che il 7 è numero della perfezione nell’Islam.
7 i Chakra.
7 le vertebre cervicali.
7 il numero della completezza nel Buddismo.
7 i sacramenti del cattolicesimo romano.
7 le chiese asiatiche dedicatarie dell’Apocalisse, cui sono destinate le famose 7 lettere.
7 i sigilli che annunceranno la fine del mondo, seguita dal suono delle 7 trombe da parte di 7 angeli guidati da 7 Portenti (Giovanni, Apocalisse).
7 le opere di misericordia.
7 i mondi velati da Maya secondo il Buddha, ognuno dei quali formato da 7 cerchi di evoluzione.
7 le bande di frequenza in cui si suddivide l’arcobaleno a livello cromatico.
7 le note musicali.
7 i simboli dei numeri romani.
7 i giorni dei cicli lunari.
7 il numero associato al pianeta Nettuno, correlato a sua volta al misticismo, alla religione, alla solitudine, all’intuito.
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Hai il grande dono di entrare dolcemente nell’anima di chi ti legge anche quando le tue “parole” sono fortissime. Ci si ritrova come accarezzati da un dolore. Una sensazione unica.
Ho messo “parole” perché non sono solo parole, sono modi dell’anima di esprimersi…
Grazie, Patrizia, sono felice tu mi legga ed apprezzi…
Ho ascoltato, ho letto le tue parole, dialetto che ho imparato a ricevere come suggestione. Ho letto le tue traduzioni, molto belle, parole che mi raggiungono diversamente. Tu le avrai scelte tenendo fede al tuo testo poetico dialettale. Sono musica forte. Parole che graffiano, lsdciano segni, stordiscono , provocano. Denunciano questo tempo amaro, distratto, sospeso al quale serve una nuova conoscenza d’amore per accordare un senso per contrastare questi sentimenti che si accordano con orrore ad una intelligenza artificiale, fredda, vuota, ripetitiva. Disumana. Fanno male le tue parole, scavano, ma non perdono mai la dolcezza seppure dentro un impasto doloroso. Una consapevolezza cruda, uno sguardo lucido, che non fa sconti a questo tempo spietato, distante, assente, freddo, I tuoi “canti” sono una suggestione forte. Cercano risonanze, una ribellione alla narrazione quotidiana, alla merce dell’imbecillità. Poi quei ricordi, che imprigionano e invadono certe notti dure…
Dimenticavo, la tua voce e la musica, sono un balsamo
Grazie, Anna, sai sempre scavare a fondo