Adagio
La vita continua nel suo lento e immane incedere, ti pone di fronte ai tuoi dubbi e ti fa rendere conto che, non sempre, si possa pensare di essere dalla parte della ragione. Nella maggior parte dei casi non posso ammettere di essere né dalla parte giusta e neppure quella sbagliata, molte volte mi ritrovo in un limbo, statico, che mi impone di ripensare ai miei giorni. E qui nascono i dubbi potenti e, a volte, tragici che riportano il mio pensiero alla realtà che non si attarda a farsi viva. Vorrei riuscire a farmene una ragione e superare questo scoglio a pié pari ma sono attanagliato da questo pensiero che si rievoca attraverso i discorsi della gente e della politica. Io comprendo bene che non è possibile farsi carico del male del mondo e neanche interiorizzarne gli aspetti più truci, sarebbe una malattia dalla quale non si uscirebbe mai più però questo non mi fa chiudere né gli occhi e neppure la mente e riesco a pensare ad altro che non sia il tragico destino dei bambini, gettati a capofitto in un bombardamento o in un massacro senza pari.
E la domanda, lenta e inesorabile come questo Adagio è: quale sarebbe la loro colpa, perché il destino(noi adulti) si accanisce su di loro?
Non ho risposte certe ma trovo le motivazioni vacue e, sicuramente, non innocenti: siamo una specie, quella umana intendo, che continua a ritenersi intelligente e che riesce a produrre cose furbe ma che non è immune dall’auto annientarsi. Vorremo essere candidi, integri e puri ma cozziamo con la nostra voglia illimitata di possesso che ci porta a quello che riteniamo sbagliato e no abbiamo il coraggio di combattere a viso aperto.
È un Adagio lento, no non è un ossimoro, leggetelo come un invito a rallentare e ad aprire gli occhi.
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