Digressioni sulla Civiltà (i testi)

 

(Diaolin)

 

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X

Mi hanno detto sette
e ho saputo che restavo vivo;
se era dieci ero morto.
Marta, la chiamano per questo decimazione.
Ci hanno accoppati, uno su dieci.
I nostri hanno fucilato i nostri.
Li hanno legati ad un palo, come le bestie,
e ta pum, ta pum, ta pum.
Viltà davanti al nemico, ha detto il generale
con la faccia grassa e rosa e gli occhialetti d’ oro
che il nemico non ha mai visto.
Siamo usciti: “Avanti Savoia”.
Sparavano con le mitragliatrici, scoppiavano le bombe,
e i reticolati tutti in piedi.
E’ morto il Capitano; erano già morti i tenenti:
il mio subito subito, appena fuori dal nostro buco.
Non c’era più nessuno a dare ordini:
solo confusione e fumo e morti dappertutto
Qualcuno a cominciato a tornare indietro:
andare avanti era solo morire.
Ci siamo guardati quella sera:
mancavamo più di quelli che siamo rimasti.
Il giorno dopo si pensava di andare in retrovia,
invece ci hanno processato.
Ci ha fatto un bel discorso il generale;
Io, però, davanti a lui non ho tremato.
Sono stato a piè fermo, come diceva lui, con il petto in fuori.
Davanti al nemico.

(da I prezzi da pagare di Suchert Daniel di Schuler)

Davanti al nemico…
Davanti al nemico…
Davanti al nemico…
mi verrebbe la voglia di dire una parolaccia

Dallagiacoma (ultima volta)

(Diaolin)

Il nemico: noi stessi!

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6 risposte a “Digressioni sulla Civiltà (i testi)”

  1. Da Facebook:

    Suchert Daniel Di Schuler

    La montagna è una cattedrale.
    Una cattedrale gotica, che porta il cielo in terra ed innalza l’uomo ed i suoi pensieri al cielo.

    Una via crucis laica,
    è quel che ha organizzato Giuliano. Un’operazione tanto necessaria quanto contraria allo spirito dei tempi: nell’età del multi-tasking, dell’intrattenimento continuo, del rifiuto della riflessione mascherato da fuga dalla noia, condividere testi come “nuclei di pensiero” quindi mettere ognuno – tutti nella condizione di dovervi meditare sopra. Ognuno perché di ognuno è la fatica della salita. Tutti perché collettiva, comune (e anche questo quanto è opposto alla ferocia imperante dell’individualismo di massa) è la volontà di portare a termine il cammino. E, come in una via cruscis, c’è anche il sacro. Quello che ci scopriamo dentro: quello che avvertiamo ineffabile, proprio in cima ai monti o in mezzo al mare, al confine tra noi e l’immenso; tra noi e l’eterno. Una passeggiata in montagna e qualche poesia. Un happening e un momento di Resistenza.

  2. Commentare…difficile qui da te, caro amico, lasciare un commento. I tuoi pensieri, le tue poesie mi lasciano, mi regalano delle sensazioni che sono un po’ come i sapori, non riesci a descriverli ma li ricordi a lungo e ti fanno sentire a casa oppure viaggiare con il pensiero.
    Spero tanto, un giorno, di poter passeggiare e condividere pensieri insieme.
    Un abbraccio.
    Mìgola

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