la buffa
Il general Mangino
chiamò la truppa nera
ma i morti della “Bressa”
gan’ salvaro la trincea
Bim, bum, bom,
al rombo del cannon
La fanteria l’è buffa
l’è bassa di statura
ma quando va all’assalto
anche i honved gan’paura
Bim, bum, bom,
al rombo del cannon
Non sono bersagliere
non son neppure alpin
son come il Re d’Italia
io sono fantaccin
Bim, bum, bom
al rombo del cannon
MYOSOTIS
A Kolovrat
in questo bel giorno di sole
i nontiscordardime
hanno il color blu
degli occhi delle ragazze.
Ma nei prati
ne vedo alcuni
di un vago color rosa
e mi domando
se si non tratti di una traccia
del sangue
versato cent’anni fa
nella Grande Guerra.
—
In Kolovrat
on a nice, sunny day
forget-me-nots
are of the same blue
of girls’ eyes.
But on the meadows
I can see some of them
being of a tone of rose
and I ask myself
if it isn’t a trace
of the blood
shed a century ago
in the Big War.
—
À Kolovrat
dans une belle journée ensoleillée
les myosotis
ont la même couleur bleu
des yeux des filles.
Mais dans les prés
j’en vois quelqu’un
qui est d’une couleur rose
et je me demande
s’il ne s’agit pas d’une trace
du sang
versé il y a cent ans
dans la Grande Guerre.
Caporetto/Kobarid 10.5.2014 Antonio G. Della Rocca
Qui interviene di nuovo Robert Mitterrutzner col didgeridoo
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Da Facebook:
Suchert Daniel Di Schuler
La montagna è una cattedrale.
Una cattedrale gotica, che porta il cielo in terra ed innalza l’uomo ed i suoi pensieri al cielo.
Una via crucis laica,
è quel che ha organizzato Giuliano. Un’operazione tanto necessaria quanto contraria allo spirito dei tempi: nell’età del multi-tasking, dell’intrattenimento continuo, del rifiuto della riflessione mascherato da fuga dalla noia, condividere testi come “nuclei di pensiero” quindi mettere ognuno – tutti nella condizione di dovervi meditare sopra. Ognuno perché di ognuno è la fatica della salita. Tutti perché collettiva, comune (e anche questo quanto è opposto alla ferocia imperante dell’individualismo di massa) è la volontà di portare a termine il cammino. E, come in una via cruscis, c’è anche il sacro. Quello che ci scopriamo dentro: quello che avvertiamo ineffabile, proprio in cima ai monti o in mezzo al mare, al confine tra noi e l’immenso; tra noi e l’eterno. Una passeggiata in montagna e qualche poesia. Un happening e un momento di Resistenza.
Grazie molte, senza le tue lettere sarebbe mancato molto…
W la Pace, W Diaolin
L’anno prossimo ancora presenti
Grazie molte della partecipazione carissimo
Commentare…difficile qui da te, caro amico, lasciare un commento. I tuoi pensieri, le tue poesie mi lasciano, mi regalano delle sensazioni che sono un po’ come i sapori, non riesci a descriverli ma li ricordi a lungo e ti fanno sentire a casa oppure viaggiare con il pensiero.
Spero tanto, un giorno, di poter passeggiare e condividere pensieri insieme.
Un abbraccio.
Mìgola
Grazie amica mia