Tema…

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Làsseme nar su par la val, solàgn,
‘mprendù de ent a i ‘nsògni mèi
senza vardar se i canta o se i scantìna
lassa che vaga, dré a la mè strada, érta
valgun conterà i passi su ‘n pefèl
che vegnirà dré al vìver de scondón
e la speranza la croderà, madùra, da ‘n salgàr
tegnùda ensema da na storia, maledìda

cognerài córer a vardàr se dré a la nòt
ghe sarà ancór en sol, en sol sgaùss
postà lì cèt sora le ponte de i avézzi
che ‘l vàrdia en gio sora la crapa grìsa

color de ràzza
sèmpro pù nòt

Giuliano

tema…

lasciami andare, attraverserò la valle, solo | contrito, dentro i miei sogni bui | senza poterne udire il canto oppure il conto | lascia che vada su quella strada, ripida | qualcuno terrà il conto di quei passi sopra una foglia crespa |a rincorrere la vita di nascosto  | persino la speranza, frutto maturo, cadrà da un salice piangente | abbracciata da una storia maledetta | dovrò poi correre a guardare se dopo la notte | sorgerà ancora un sole, magari stanco | appoggiato delicato alle cime degli abeti, spinosi | che dìa calore alla mia testa grigia | color fuliggine i capelli | sempre più notte

 

Musica: Vienna Phil Banda – Maxglaner Reloaded

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Toccata

Sarebbe una forma musicale antica con un sapore allegro e preparatorio alla fuga o meglio, in questo caso, all’adagio.

 

Vi chiederete cosa sia questo gioco di voci che compongono la toccata verbale che rappresenta qui l’introduzione, a volte feroce, al componimento poetico.

 

Rappresenta un gioco sinuoso nei miei pensieri, sulle corde del senso che non vorrei mai accarezzare ma queste sono, a mio avviso, e come tali le riporto sotto le gocce d’inchiostro di una penna ciarlona. Non darà spazio a una sequenza logica basata sulla realtà ma mischia la mia percezione e la trasforma nel mio senso del vivere o morire che dir si voglia. In fondo siamo così, esistiamo finché respiriamo e poi…
ci toccherà morire e tutto il nostro mondo, quell’assurdo e bellissimo mondo, continuerà senza di noi e questa è una realtà tangibile. Ho scritto una volta che qualcuno meriterebbe di non morire mai (cfr. pöra mòrt) ma questo sarebbe una condizione eccessiva anche se necessaria per comprendere che la morte non è una pena ma un premio. Dobbiamo fare in modo di essere persone migliori e pensare al fatto che il rapporto con il prossimo non è sia la scelta del singolo ma una necessità comunitaria per convivere, insieme a chi è diverso da noi.

“Restare umani” è un racconto che sembra un mantra inflazionato ma si rivela l’unica strada per far sì che questa “Toccata” diventi una stretta di mano o un abbraccio e un inno alla vita.

Punto.

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