httpv://www.youtube.com/watch?v=qIgL-Dx3diI
httpv://www.youtube.com/watch?v=Q7J7aQonBRg
httpv://www.youtube.com/watch?v=Pw5caT8HVhw
httpv://www.youtube.com/watch?v=luBd2UScA8o
httpv://www.youtube.com/watch?v=TlmAJN1P0SM
httpv://www.youtube.com/watch?v=jWIMXvxUqZ0
Con RObert Mitterrutzner, Martino Nicolodi e io….
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Posto la critica di Carmelo Serafin
Messa laica che ha come pala d’Altare l’alta Valle di Cembra e le Nuvole.
Il vento memoria di cose antiche.
Scrigno,
pausa,
Polsa,
dove el “Brigolar della primavera” spinge gli spazi freddi dell’inverno a togliersi l’aria pigramente ruffiana…
Le cose e i pensieri, sopiti sull’orlo di un tempo più imploso, acquistano voci interiori e come le pagine di un libro sacro rinnovato da un Concilio. Depositati e scesi in fondo all’animo intercettano il roteare tersicoreo delle foglie secche che cantano l’ultima canzone. Le gemme sugli alberi sono bagnati di nuova linfa.
Vivaldi doveva conoscere questo Smissiamento che affiora nei cambi di stagione, e li ha avvolti di musica Divina che ha costretto Bach ha riscriverla perché non andasse persa,poiché il prete rosso era distratto. E non c’era la bufala della Siae! Ma un poeta, quali parole può imbastire per rendere ai suoi simili momenti riflessi da mondi arcani? Ecco un Idea; Soppressar le Nuvole e Scriverghe Su! Al pari degli uomini cammellieri che usano il deserto per avvolgersi di un Involucro blu che hanno l’Oasi come meta. Un blu che non ha paragoni e stride la sua contraddizione con le tute da lavoro .Là, l’infinito come meta variabile ,qui il patto sindacale, statico e doloroso a volte come le Buganze! La Stria, pizia atavica, rimescola “el Strangosar” di una risposta all’inquieto sapore di rimembranze che ci servano a capire il perché abbiano la sensazione di essere sull’orlo di un burrone. Inesperti e confusi,..”Come se non sapessimo più scalare una marcia in curva”:sbandati, non serve usare sagrati selciati per raggiungere cieli religiosi se non siamo capaci di stupirci di fronte al dialogo che la Natura racconta a se stessa. El Salesà come Golgota di benestanti che ricorrono alla religione come un oppio per la testa piena de tante robe, ma Poreta de Spirit!Di spirito Santo e no de quel de Bozza. Basterebbe un vecchio secchio bucato colmo momentaneamente d’acqua limpida e farvi giocare la luna, per impossessarsi di un mondo rurale che beveva il ritmo delle stagioni nei riti Sacri della religione, imparata in famiglia, creando memorie dove canto, preghiera e speranza concreta accendevano gli Occhi di luci taglienti come Laser! !Religione partecipata che scandiva anche gli spazi della coscienza collettiva. Oggi in mano ad un Bailamme di persuasori occulti. E mentre sfilano gli intrighi verbali la musica si stende sulle figure e riflette sonorità che rendono lo spazio che ci ospita un luogo “sacro”. E tutto si raccoglie in un punto dove la parola Crisi che in greco vuol dire Scelta,cerca un modus vivendi in quello che stiamo per ascoltare. E subito l’io narrante ci interroga se vogliamo subire questo rincoglionimento Globale, o fare come molti di noi han fatto sempre nella vita. Voltar pagina lasciando che tutto scivoli giù per le Repeghe storte nell’Avvisio che con la sua Voce rimpiange l’ acqua ferma nelle dighe, ma non per questo si dimentica che l’attende l’Adige per portarlo al Mare. Se osservassimo con lo spirito di quando eravamo “putei”cosa hanno da raccontarci gli insetti e gli animali del prato forse la coperta del cielo tornerebbe a Scoerger la nostra vergogna virata verso il globale. Passando sulle nostre diversità di marionette o cardinali in fila tutti manovrati da una volontà che solo il dubbio, che non sia Solo la nostra, può qualificare i nostri pensieri e portarci di nuovo verso la Meraviglia del vivere quotidiano diventando così di Nuovo Eroi di tutti i giorni. Il tempo che gira la ruota ci regala la musica etnica e a volteggiare nel ritmo è il musicista Robert che pare Uno venuto dall’oltretomba scuro della boscaglia più fitta a raccontarci suoni rubati all’Aria più pura. Martino un negro fuori taglia che sbiancato nella lavatrice del Conservatorio antichissimo di Mantova sfida la canzone del Rio del Molin a “messedarse” con quella del Mississippi! C’è tempo anche di ricordarci come siamo “litigiosi” coi confini del privato. Dove angosce pubbliche ci rendono “orfani di noi stessi” .E non possiamo capire che Chi ha deciso di vivere sotto le stelle sia ricco al mattino di un raggio di sole. Quasi si debba toccare il fondo per scoprire le cose essenziali che abbiamo estromesso dalla nostra esistenza. La preghiera come la bestemmia rotolate nella carta stellata di una notte può far scorrere Charlot sulla schiena dei suonatori e mentre Martino pare il Trombettista Zampanò della strada di Fellini, Robert sembra venire dai mondi di Fiabe dei fratelli Grimm. Entrambi potrebbero prendere per mano il grande Chaplin che saltella come un Grillo. Le parole del Diaolin che el par Un de quei Omeni robadi a qualche vecchio Eremitaggio scendono a farci ragionare su…el Sgaùss del mondo assomigliante se volete ad un personaggio di quei Orologi giganti che ritmano il tempo. Faccia antica ma che conosce le stregonerie moderne. Anca Massa! Al Rito riflessivo di una musica di Arvo Part, magica come il fiato della tundra, il tutto ci ha intrigati con la sua Poetica zen del gioco degli Specchi,con tutti gli interpreti di Nuvole inseriti a mosaico ognuno col proprio colore. Si rimane soddisfatti anche di chi ha curato luci, fonia, e messa in scena. Essenziale. Dove l’originale Keaton è stato sostituito dal classico Charlot!Le Persone che si sono riunite hanno così potuto cercare dentro il Caos, soluzioni. Personali. Con la storia come maestra e la natura come matrigna! Eravamo un Cenacolo, nel senso che gli artisti” i aveva appena cenà!” Molti i chiamati ,pochi gli eletti. Consolatorio è che comunque Cose come questa accadano .Sempre. Chapeau!
Carmelo Serafin
Un saluto carissimo.