pariàne…

ancöi, el sol el pètena rabioss
na terlaìna ‘mpolverada de ani pégri
postàda lì al canton sora la tenda
a farghe ‘n or de làgreme a ‘n repèz
che ‘l la tèn lì, lì arènt come ‘n minòt

e sot la core ‘mprèssa na formiga
con en granèl de rìss su la sò gòba
la par pu granda e bèla: na luméta.

ancöi, el sol el spèta ‘nsin la luna,
spaventa, e la se scònde dré dal cròz,
e ‘l ragn paziènt che ‘l tènde su qoel’or
l’à ‘ntortolà ‘n te ‘n fil de séda grìsa
qoel gràn tut bianch gatà sul paviment

ma brìgola ancor ciàte spaventàde
che el l’engiòma su come ‘n sartor
lassando che qoel brèghel el tasés

Giuliano

pareti

oggi il sole pettina arrabbiato | una ragnatela impolverata di anni stanchi | appoggiata ad un angolo sopra la tenda | a creare un orlo di lacrime ad un rammendo |  che la trattiene li, lì vicina come un gattino | e sotto corre rapida una formica | con un grano di riso sulla gobba | sembra più grande e bella: una lucciola. | oggi il sole aspetta persino la luna | timida | che si nasconde dietro alla roccia, | ed il ragno paziente che è in attensa lì sull’orlo | ha attorcigliato in un filo di seta grigia | quel grano tutto bianco trovato sul pavimento | ma si muovono ancora zampe spaventate | che lui raggomitola per bene come un sarto | lasciando che quel grido si spenga

 

Ci sono pareti che ci impediscono di capire, ci sono pareti che ci permettono di capire, ci sono pareti che ci impediscono di vedere, ci sono pareti che non dicono niente.

 

 

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6 risposte a “pariàne…”

  1. Una serie di belle immagini e una conclusione amara per una povera formica innocente, generalmente presa ad esempio di operosità.

    (Sarò un testone ma non ho ancora capito come ci si muoba sul tuo sito)

  2. Riporto da Facebook:

    Anna Schettini

    mi ci sono sentita nella vita, un po’ come quella “formicuzza”…che si veste da lucciola..per attraversare argentate ragnatele di sottilissimi fili di seta, tessuti al chiaro di luna come belle parole, eleganti seducenti, che però nascondo talvolta una pelle dura, che non vedevi e allora perdono il loro suono, diventano “stagnole”..
    E di “giorno” diventano nere, sono come le lucciole, che non hanno più luce con la luce del giorno….

    ..lassando che qoel brèghel el tasés…

    Bellissima Giuliano..forte di senso..te la strapperei dalle mani questa poesia..che tu potresti ricreare in italiano..

    ‎”Ci sono pareti che ci impediscono di capire, ci sono pareti che ci permettono di capire, ci sono pareti che ci impediscono di vedere, ci sono pareti che non dicono niente.”….

    Condivido ogni parola, grandi parole, belle,come una bella idea, come sa essere bella la “verità”, in chi la sa scorgere e sentire.

    Carla De Muner
    bellissima………!

    Michele Cologna

    La prova provata che non sono gli occhi a vedere, ma la nostra anima (Mente) impregnata del senso che nel tempo le abbiamo dato.
    Si osserva in base a ciò che si ha dentro, amico caro.
    E il tuo è un mondo di cose vere.
    Strutturato di storia di vite e luoghi che pur non completando l’essere gli davano forma.
    Sei stupendo, Giuliano, e ogni volta che ti leggo e ascolto, sento profumo di tempo e vita.
    Essenza d’autentico.

    Rosa Rivelli
    che bella Giuliano…molto

    Saverio Gelardi

    Mi piace veramente molto questa tua rappresentazione che ho letto e riletto più volte (nella stesura in italiano, lo confesso), mi piace l’accuratezza della scelta delle parole, eleganti, poetiche e cio’ che esse dicono.
    Sei veramente bravo, complimenti.

  3. Bèle le metafore. Tut sto ramaissar el me pias, l’è ‘n brigolar che me ciapa… La formiga, la luna, el sol e quel ragn! No’ se pòl no’ scoltar, no’ se pòl tàser!
    Brao ciao
    Iaio

  4. Un senso di inevitabilità… un pericolo incombente… anche sopra le nostre teste un ragno indifferente alla sofferenza altrui ci divora lentamente. E noi, ormai abituati alla disperazione, non sentiamo neanche più il dolore.
    Grazie, Giuliano.

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