Làgreme de nòt…
deléva, sùte, le caréze de rosàda
dal nugol de pavèle ‘mpiturade
su le rame dei zirési come néo
le sgócia su la pèl roncàda a fìzze
scavandola gió fónt come brentana
e resta lì par sora, smondolàdi,
penséri che no völ sgolàr pu via
‘mpiantadi ‘n de la palta tacolènta
de ‘nsogni che oramai i è già sfantadi
ma ‘l tantalàn de ént el sòna empò
tegnendome li al giö a cadena struca
strengèndo ‘ntorn la nòt come ‘n linzöl
Giuliano
Lacrime di notti…
evaporano, asciutte, le carezze di rugiada | dalla nebbia di farfalle pitturate | sui rami dei ciliegi come neve | gocciolano sulla pelle nelle pieghe aride | scavandola sul fondo come un’inondazione | restano a galla, arrotondati, pensieri che non vogliono più volare via | piantati nel pantano vischioso | di sogni che oramai sono svaniti | ma il rintocco dentro me risuona ancora | incatenato al giogo stretto | avvolgendomi la notte attorno come lenzuolo
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Un vero capolavoro. Complimenti.
Commenti da Facebook:
Daniel di Schüler: Una nebbia di farfalle dipinte, sui rami dei ciliegi come neve.
Ma l’italiano non rende tutte le suggestioni dell’originale. Leggetelo, soprattutto ascoltatelo, e capirete cosa intendo.
Non riesco a far passare un semplice concetto. Diaolin Giuliano Natali non è un mio amico che fa poesia, ma un poeta che ho subito ammirato e che diventato mio amico. Per capirlo, basterebbe levarsi le fette di salame della spocchia dagli occhi e leggere quel che scrive. Possibilmente, ripeto, in originale.
Roberto Resoli: Una meraviglia.
“deléva, sùte, le caréze de rosàda
dal nugol de pavèle ‘mpiturade
su le rame dei zirési come néo”
Raramente ho letto qualcosa di così intenso. L’immagine evocata e il suono si fondono in un tutto di straordinaria forza e originalità.
E il resto è allo stesso livello.
E ribadisco, un capolavoro.
Che dire?
Mi confondete
Grazie, Diaolin
Bèle, le pavèle ‘mpiturade sule rame dai zariesàri… ‘mpar propi sta primavièra bonoriva… flori ‘nveze che néu…
grazie, amico mio
Un capolavoro di lacrime, allora…
Grazie dell’apprezzamento, Guido
Versi che penso anche io, debbano essere ricevuti nella loro originale scrittura dialettale, seppure difficile, per chi non frequenta, i tuoi luoghi di vita e non ha “accesso” immediato al senso. Lo dico perché lasciano impressioni forti, e in questo momento così particolare, mi comprendono fortemente. Perderebbero la forza del suono, e le immagini che evocano sentimenti, dolenti…
Un abbraccio.
Grazie molte amica mia
Parole di rugiada che si insinuano nelle crepe lasciate dalla vita. Freschezza falsamente consolatoria che non porta luce nel buio infine prevalente.Dal bianco dei ciliegi in fiore al vuoto scuro dei sogni perduti.
Sei riuscita a leggere nel profondo questa mia, grazie molte cara Piera