l’èi li sola su la tàola e mi ghe cònto i mè penséri
na caréza e l’èi ‘n de man, matelòta dai bèi òci,
la svesìno ai làori, sùti, e la se i sbasòta su
ma la tàse, éla, zevìla, l’èi ‘l mè spègio, l’è i caprìzi
po’ rogiéla ‘n gió na làgrema a ‘ndorbìr de sal la sgnàpa
messedada ‘n le paturnie, la va a font ‘n de la bichéra
‘ncor en slùch, che ‘l me sconfondia, che ‘l me fàghia veder lustro
no la sente le me slòiche, cògno ancor nizzàr en fiàsch
l’èi li sola su la tàola e no la dà niànca pù òdia
la credeva tut ‘l mè amor, ma me gàto dent sol, mi
e sul font resta ‘l pè negro
mizz de sal dei di revèrsi
Giuliano
il bicchiere
è da solo sopra il tavolo e gli racconto la mia storia | una carezza e ce l’ho in mano, ragazza dagli occhi belli, | lo avvicino alle labbra, asciutte, e lui se le bacia, | ma tace, lui, cortese, è il mio specchio, è il mio capriccio | poi discende giù una lacrima ad intorbidire di sale la grappa | mischiandosi alle paturnie, scende a fondo nel bicchiere | ancora un goccio, che mi confonda, che mi faccia comprendere meglio | lui non sente le mie chiacchiere, devo iniziare un fiscao nuovo | è da solo sopra il tavolo e non pare intendere ragione | lo credevo tutto il mio amore, mi ritrovo dentro solo, io | e sul fondo resta la feccia | intrisa di sale di giorni rovesci
Ci aggrappiamo, ogni tanto, a cose che non sono appigli ma morse violente
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Da Facebook:
Anna Schettini
molto forte..e bella. Mi parla tanto e a fondo questa tua poesia..Belle immagini, sensazioni prigioniere..
“la credeva tut ‘l mè amor, ma me gàto dent sol, mi
e sul font resta ‘l pè negro
mizz de sal dei di revèrsi”
Giorgio Cogoli
di solito sono le tue chiusure che mi affascinano.
In questo caso la partenza…Me li vedo alcuni personaggi del mio vissuto,parlarghe ala bichéra..!!!
Fulvia Villi
che bello questo dialogo intimo!
Vien voglia di dividere il fondo del bicchiere per alleviare un pò lo spirito.
Roberta Pezzani Mora
bravo da un oggetto banale come un bicchiere uno spaccato di vita reale che si può toccare…
Andrea Brugnara
Peccato che in italiano la bichéra diventa maschio. In effetti questa è poesia dialettale, e della migliore!… ma non esiste poesia dialettale o in altra forma. E’ questione di approccio poetico a momenti di vita vissuta!
Liviana Melchiori
..l’emozione non ha voce….
Daniela Ceccanti
Grazie , onorata ^_^
Claudio Gottardi
mi ricorda molto na bichéra che restava in mezza ad un tavolo per mesi ….. e tutti gli astanti alla fine erano costretti a bere da quella bichéra…. senza che nessuno la lavasse … ogni tanto :-)……
Molto bella. 🙂
Rosa Rivelli
..potrebbe sciogliersi nel fondo più fondo il disincanto amaro…e da lì ricominciare..cercando mani che si allungano..
Saverio Gelardi
Molto forte questa ricerca di conforto che rimane senza ristoro. La forma dialettale conferisce alla scena la forza del mito e l’atmosfera è pregna di quel vuoto inappagato che mi fa pensare a quelle che hanno ispirato artisti famosi
Ancora da Facebook:
Guido Comin
A volte, gli appigli che credevamo i più saldi si rivelano proprio quelli che per primi cedono e ci ritroviamo nella solitudine, penzoloni nel vuoto e nel buio… Forse sarebbe più saggio NON cercare appigli di alcun genere e partire, appunto, da quella solida roccia che è la solitudine? Meravigliosa poesia anche questa, grazie Diaolin!!