crepuscolo…

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cade grigio questo giorno di marzo
di amaranto una carezza di cielo
dipinge il sapore impellente di azzurri confini
disegni di assenti muraglie negli occhi
e gli sguardi furtivi si addestrano
contro lame di sole taglienti, assassine
a inasprire il futuro cercato
per chi io non sono

rimango da solo sul canto del fiume
osservo la notte che avanza
incurante di un sogno
urgente
al bivio tra il dire ed il fare
di me, sempre in lotta
tra pensieri appannati da specchi sinceri
e diafane lastre a difendere il vento

rimangono voci a temprare la notte
ululati di cani in ginocchio a una luna

Giuliano

engual nòt…

cròda grìsa sta giornada de marz | de color de luganeghe màte na slissàda de ciel | la ‘mpitùra ‘l saor spressolon de tèrmeni azùri | sgrifoni de muraie sfantade ‘n te i òci | calumade canàie le se usa | contra lame de sol de ‘n maestro moléta, sassìne | a rassar su n futuro cercà | par chiche no son | e resto lì sol sora ‘l cant de la riàl | me vardo la nòt svesinàrse pan pian | l’à ‘n féstidi de ‘n sogno | angorà | a la cros en trà il dir e ‘n trà ‘l far  | de mi, sèmpro ‘n paissa | ‘n tra penseri smamìdi da spegi sinzéri | e sföi trasparenti a paràrghela al vent | resta sol vozi a ‘ndrizàr via la nòt | orazion de doi càgni  ‘n ghinocion a na luna

Musica: Valse triste [Vecsey, Franz von] – Arthur Grumiaux, violinist

Questo/a opera è pubblicata con una Licenza Creative Commons
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8 risposte a “crepuscolo…”

  1. Che dire Giuliano?
    Bella, bella, stupenda questa poesia e non vorrei aggiungere altro per evitare di incorrere in banalità.
    È sufficiente ascoltare in silenzio.
    Mi perdonerai ma mi urge una domanda: perché ti ostini a scrivere in quell’incomprensibile tuo dialetto?
    Complimenti.

    1. Grazie per il complimento, alla domanda risponderò, anche se mi sembra quasi offensiva ma, conoscendoti, sorvolerò:
      È la mia lingua, la lingua con la quale ho parlato per anni e anni con mia madre e con i miei compaesani.
      È la lingua che disegna un posto del cuore, è la lingua che dentro al mio cervello esprime i miei pensieri.
      Io non scrivo perché altri leggano, se lo faranno sono contento, molto contento, ma io scrivo perché voglio
      chiarire, prima di tutto a me stesso, il mio senso. E lo posso fare solo nella mia lingua, non è ostinazione come tu
      affermi, si tratta di vita e vivere non è ostinazione, credimi.

      TI ringrazio molto del tuo commento ma la domanda no, non mi è piaciuta.
      In amicizia sincera, Diaolin

  2. Mi dispiace che la mia domanda ti sia suonata offensiva e non vorrei che tu dimenticarsi quanto io mi sia speso e mi spenda per per il dialetto. Quello che per me doveva suonare come un gran comlimento a te è parsa un’offesa.
    Tante teste tante idee e lo scrivere non sempre è il mezzo migliore per esprimersi. Non ci si conosce abbastanza come forse io credevo.
    Starò più attento in seguito, questo è poco ma sicuro.
    Ciao e continua a scrivere in dialetto o in lingua come meglio ti pare. Io ti seguirò comunque

  3. Struggente e intenso come mai. Ma io amo il tuo linguaggio aspro e arcano del dialetto. Per me tu sei la voce antica che parla parole del tempo passato. In italiano si diluisce la tua intensità.
    Mìgola

  4. Anna Schettini Bellissima, davvero bellissima, senza entrare nel merito dell’assoluta libertà dell’uso della parola dialettale usata da te. Certo per chi è vicino ai tuoi luoghi e al tuo dialetto ha certamente più possibilità di avvertirne la musicalità e il senso. Ma leggendola tradotta da Te in italiano, il testo e la musica restano, anche in assoluta autonomia.
    Un vecchio discorso antico quello dei poeti tradotti, e se pensiamo ai poeti stranieri a noi, non avremmo mai potuto conoscerli, ma il tema è davvero difficile da svolgere, certamente perdiamo qualcosa del senso musicale e non solo della poesia scritta nella lingua dell’autore. L’unica salvezza è che il traduttore abbia forte conoscenza del poeta che traduce, la storia i luoghi le relazioni, e tanta sensibilità.
    Il traduttore deve scegliere una via, difficilissima e impervia da percorrere.

    In questo caso se tu traduci Te stesso, il problema si mitiga. Ma credo che tu stesso sai che nel tuo dialetto è musica ancor diversa.

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