‘ntrà le fìzze de ‘n calcìn de castegnàr,
delevade via le làgreme pù amare,
na manàra e doi scarpèi ‘n te na caréza
i à gatà de dént en Cristo, empresonà
coi sò braci ‘n vèrs al ciel e i òci sgionfi
pàr che ‘l dighia che se s’ciarerà anca ‘l sol
no ‘l se pande de i sò cruzzi e le vis’ciàde
gh’è anca i spini a messedàrse ai sò cavèi
l’è lì ‘mpè, ligà a na cróss sora la val
ma no ‘l varda gènt a correr dré a na ràgia
el strangossa ‘l ciél tut negro che ‘l capìna
de lassàrne ogni qual tràt na sgiaranzàda
se te sèntes live arènt e tàses cèt
vederàs i arnai sui serci a sgolàr grandi
sopressando a bater d’ale qoel linzöl
postà lì dal ciel revèrs su le sò spale
par stebiàrsel struch sul pèt
Giuliano
la speranza
tra le pieghe della base di castagno | evaporate le lacrime più amare | una scure e due scalpelli in una carezza | han trovato dentro un Cristo imprigionato | con le sue braccia verso il cielo e gli occhi intensi | sembra dica che si schiarirà anche il sole | non svela i propri crucci e le sferzate | anche le spine si confondono ai capelli | è lì, ritto, legato ad una croce sulla valle | ma non fa caso alla gente che rincorre una lancetta | chiede al cielo nero che cammina | di lasciare che ogni tanto filtri un raggio di sole | se ti siedi lì vicino in profondo silenzio | noterai le poiane che volano in cerchio, grandi | stirando col loro batter d’ali quel lenzuolo | appoggiato lì dal cielo bisbetico sulle sue spalle | per riscaldarselo stretto sul petto
Oggi hanno inaugurato il “Cristo della speranza” (è quello che ho visto io) sul Piz de le Agole, opera di Silvano Ferretti ed Eleonora Zanderigo Maccarino la sensazione è stata questa. E’ un Cristo che, nonostante la mia poca religiosità, ispira un domani migliore. Un Cristo che non guarda in giù, un Cristo che guarda verso l’alto per mettersi tra la gente normale… Molto coinvolgente e molto attuale.
Questa è una cosa che manca: la speranza, e vado a ritrovarla in cima ad una roccia che domina la valle di Cembra.
Bravissimi sia Silvano che Eleonora, una sua allieva
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intensa poesi,emozionata nel leggerla ed ascoltarla,ti ringrazio di cuore x aver espresso un cosi forte messaggio a tutti coloro che la leggeranno….
Da Facebook:
Daniela Corolaita
Un messaggio di gioia e di speranza.
Ne abbiamo bisogno noi,
ne ha bisogno il mondo intero.
La festa di Natale ci assicura che non siamo soli,
in balia del caso o di un destino cieco,
Gesù non è un mito, non è una favola…
appartiene alla nostra storia.
Questo è un piccolo passaggio di una mia presentazione in queste sere di concerti … come vedi è veramente un bisogno di tutti … anche Tuo! Ciao!
Diaolin Giuliano Natali
Mi piace che tu senta questo… io non sono così credente ma mi sono voluto soffermare solo su quest’immagine che avrebbe potuto essere quella di chiunque e non per questo perdere la sua natura evocativa… Ho scritto “en Cristo” e l’articolo in questo caso fa la differenza. Grazie delle tue parole Daniela, non sono uso a comentare le mie poesie ma stavolta trovo che, nonostante la visione diversa i nostri pensieri collimano.
Andrea Brugnara
C’è un unico Cristo ed un’unica umanità. Tra Cristi pensanti e benedicenti o della speranza pare evidente il bisogno di rimediare al vuoto che invade sempre più l’uomo. Le montagne grandi e piccole sono segni del Creatore e non hanno bisogno di simboli che lo ricordino a chi vi sale e addomestichino il suo pensiero. Mi dà più emozione dopo una salita in montagna, anche faticosa, una piccola e rudimentale croce che si aggrappa ad un mucchio di sassi. Lasciamo i simboli religiosi alle nostre belle chiese, ai luoghi intorno agli abitati da sempre eletti a culto dalla comunità.
Naturalmente questa riflessione non riguarda direttamente la tua poesia che come sempre sgorga dal cuore né l’opera pregevole degli scultori.
Anna Schettini
qui per me è dura..sai perchè..Giuliano..Magari avrei preferito un semplice uomo..che mi parlasse di una speranza..di essere uomini in tutto..
Livia Battisti
mi piace Giuliano… condivido..
Claudio Gottardi
ma una foto ?
Paolo Nardon
brao Giuliano, lè sempre bel veder coi tò oci….
Stefano Battocletti
Bon! En cristo che ‘l parlia par tut i pori cristi che g’è ‘ntorn…
Saverio Gelardi
Mi piacciono queste tue parole, quel trovare la figura tra le radici e farla emergere, quel simbolo che svetta sulla valle, quel silenzio che si può cercare, quel raggio di sole che filtra…
Silvano Ferretti
grazie diaolin x la tua presenza al piz,,,ma anche per quello che hai visto e scritto…e poi è la nostra terra…tu in particolare ne sei un testimone viaggiante,,,,,ciao