en mazz ‘ngartià, le man,
le pàr sànti Gioàni, tuti istessi,
‘n giòm de dedi
color de föc
che ‘l brùstola patùrnie
che i te le stìzza sóta i pèi
‘nsegnàndote a tegnìrte, fìss,
remìt,
a sta stropàia encarolàda
che s’à fat i dì, remenghi.
I sesla i pradi,
anca i pù bèi i cròda ‘n tèra
a svoltolon
lì arènt a ti
color de primavera
ti,
che te ràmpeghes ‘n de l’erba suta
al sol
pò ciùtes en moment
par sora, ross patòch de invidia
negra
par qoela gàgia
senza raìss
…
che sgola
…
‘ntorn
Giuliano
intorno
un mazzo aggrovigliato, le mani | sembrano gigli di San Giovanni, tutti uguali | un gomitolo di dita | color fuoco | che brucia le indecisioni | che ti attizzano sotto i piedi | insegnandoti ad aggrapparti forte, | eremita, | a questa siepe tarlata | che sono diventati i giorni, alla malora. | Falciano i prati | anche i più belli cadono a terra | rovesciati | vicino a te, | colore di primavera| tu | che ti inerpichi nell’erba asciutta | al sole | e poi fai capolino per un momento | sopra a tutto, rosso intenso d’invidia | nera | per quella gazza | senza radici | … | che vola | … | intorno
Tante volte ci si sente bloccati dalle proprie convinzioni e si cerca di attenuare quest’idea di prigione dando la colpa ad altri…
io, ogni tanto, mi guardo le mani, non so perché…
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Ciò che apprezo è soprattutto la recitazione, come il solito, molto efficace e intensa.
Il testo, rinchiuso come sono nella mia mente ottusa, mi pare ermetico, sia pure con alcuni interessanti bagliori che però mi sembrano fra loro slegati.
Non colgo una trama né il messaggio, che pur ci dev’essere.
Riporto da Facebook:
Angela Andreoli
io non so come faccia a scrivere dei versi cosi’….meraviglia!!
Guido Comin
Ben detto, Angela! MERAVIGLIA!! :O)
Carla De Muner
SI’ SI’…BELLA!!!
Luciana Tosi
Sono d’accordo, come fai a pensare, elaborare, accostamenti così intrisi, cosi veri….SEI UN GRANDE!….Diaol d’un Diaolin
Vesna Paravić
bella bella, mi piacciono queste immagini forti…
Daniela Corolaita Noi
… siamo prigionieri di noi stessi … noi che aneliamo alla libertà già siamo schiavi dell’ansia nel cercarla … le nostre mani si aggrappano alla vita … a quella vita che sta fuggendo … ormai priva di ideali!!!
Anna Schettini
bella..
molto bella.
La musica delle parole sconosciute
per chi non ha paura di ciò che non conosce
eppure esiste
si prende la libertà, la bella donna, un pensiero nuovo.
Un fiore rosso.
Perchè forse anche le più belle idee per le quali
si è fatto un sogno possono nascondere talvolta un tarlo
che le rende vuote al passo del tempo nuovo.
abbandonando alla “malora” i giorni e il tempo della vita.
Bisogna saper rubare, intuire, allargare lo sguardo
sdraiarsi al sole con la certezza di chi sa riprendere a volare.
Togliersi di dosso quella malattia del pensare
dentro l’angusto spazio di logore categorie,
quei pochi metri quadrati
per ripetere come un mantra la stessa logora litania senza respiro.
Saper rubare come le gazze ladre che portano nel becco
un frammento di diamante rubato alla luce del sole.
Sollima, è il volo di questa gazza ladra che gira intorno, rubando un po’ di vita alla vita.
Ciao Diaolin
Ancora da Facebook:
Andrea Brugnara
Bella! Aspra anche se la mestizia a volte è dolce.
Bruna Veneri
bellissima…..
Saverio Gelardi
Questa tua capacita’ di illustrare l’uomo per quello che è ricorrendo ad immagini rubate alla natura è molto particolare. Siccome la natura è come è senza colpe o meriti, le tue allegorie fanno capire si da che parte stai, ma risparmiamo però un giudizio, come se di fondo ci fosse una umana comprensione per i limiti dell’uomo. A me fa pena quell’uomo che non sa volare e quel tuo iniziale “insegnandoti ad aggrapparti forte” lo rende anche vittima, certo di se stesso….
Mi piace molto pur rendenomi conto di quanto il mio attribuirti costantemente una comprensione molto umana verso le debolezze, possa essere una mia forzatura.
Un saluto.
Intervengo anche se non lo faccio quasi mai: hai ragione Saverio c’è una comprensione di fondo perché, alla fine, chi sono io per giudicare? Forse non si tratta neppure di comprensione, forse si tratta solo di leggere le cose lasciandole come sono… Grazie per il commento
Continua da Facebook:
Saverio Gelardi
Grazie a te per questa delucidazione Giuliano. Mi ci ritrovo…..
Michele Cologna
***
Giuliano, ascoltarti è cosa dolce e fa stare bene!
La musicalità e la declamazione ti fanno comprendere quello che porti nella tua anima al di là del testo.
Ascolti e riascolti e sono emozioni in continua evoluzione.
C’è stato un periodo, ancora giovane, che m’osservavo le mani e non sembrava m’appartenessero.
Le sentivo estranee, delle protesi che rispondevano non al corpo alle quali sono attaccate, ma ad altro.
Certo alla Mente.
Non a caso la nostra corteccia cerebrale impegna circa l’80 per cento dalla propria area per la mano.
L’Homo Abilis però, è la mano, il pollice opponibile!
Avrà ancora un futuro l’homo abilis?
Non è che per l’uomo attuale che vive solo nel presente, senza passato e futuro, queste protesi siano un inutile orpello, residuo di un tempo andato?
Mi sembra che tale verità, magari non spiegata in maniera razionale, tu l’accosti alla natura e senti le due – natura e mani – non più necessari all’uomo nuovo e ne provi tutto il rammarico.
Il dolore.
È piacere immenso, amico caro, ascoltarti e leggerti.
Sempre Facebook:
Guido Comin
Molto bella, come tutte le altre, grazie, Diaolin!! E poi, letta da te… Mi piace particolarmente l’immagine dell’invidia per “qoela gàgia / senza raìss”. Beata lei davvero, che può volare!
Lorella De Bon
Ci insegnano ad aggrapparci alle nostre convinzioni, ci insegnano l’intransigenza, ci insegnano la belligeranza …