bàla, putat…

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bàla, putat, tónda sui vedri le tò storie,
qoéi tò strangossi repezàdi da na strìa
vegnùda ‘n vòlta dessiguàl del vènt de aotùn
qoanche ‘l pitùra de castègne l’aria mìzza
e pò sdindòna ‘n tantalàn gio par le fràone

bàla, putàt, fintant che ‘l dì ‘l mìssia la nòt
tacando i ‘nsògni tòi pu bèi a na matèla
che la tonda come ‘n pirlo ‘ntorn al viver
e sbàia ‘n cagn för par i pòrteghi smorzàdi
ma ‘ntant la luna la te cìmega, marùgola

la crede de èser éla la tò storia
e la se scònde al scur, dòna petìza

Giuliano

balla, ragazzo…

balla, ragazzo, fai girotondo sopra i vetri con le tue storie, | di quei tuoi desideri rammendati da una strega |  ritornata come il vento d’autunno | quando dipinge di castagne l’aria fradicia | e poi rintocca un campanaccio in mezzo ai vicoli | balla, ragazzo, fino a quando il giorno si confonderà alla notte | attaccando i tuoi sogni più belli ad una fanciulla | che gira come trottola attorno alla vita | e abbaia un cane nei portici scuri | ma intanto la luna ti ammicca, sciocca | crede di essere lei la tua storia | e si nasconde al buio, donna altezzosa

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5 risposte a “bàla, putat…”

  1. Ho rivisto e riconosciuto gli ambienti, perché già percorsi e ricordati, benché non siano i miei: mi è sembrato di trovarmi di nuovo in qualche paesino dell’alto Comelico, dopo una sera di Carnevale, quando ancora risuona, qua e là, qualche campanaccio vagante…

    MOLTO BELLA!!

  2. Immagini anche mie. Un mondo che è anche nella mia memoria. A volte interi versi che sento di poter aver scritto io, in una lingua non troppo diversa. Fotogrammi giustapposti da quello che, per me, è un grande lirico. E sì, anche adesso, con tanta vita sulle spalle, e temo non troppa davanti, continuo a ballare le mie storie. I cocci a volte tagliano. La luna, spesso, non è solo noiosa. Sale nel cielo alta e tonda a farmi sognare. O ululare.

  3. eh! Quando il giorno si confonde con la notte la gioventù sorride nonostante i cocci di vetro. E la luna è un volto enigmatico che a volte spegne anche le stelle.
    E questa è una bella poesia aspra in dialetto e melanconica nella trascrizione italiana.

  4. Recitazione come al solito superlativa, caro Diaolìn,
    E ritrovo qualcosa di me in questi versi e in queste immagini suggestive e malinconiche: quasi una rincorsa, il desiderio di arrestare un tempo fugace.

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