engiòstro…

      1428.mp3

l’è ‘ngiòstro che l’enmàcia bianchi, sföi de néo
par disegnarghe ‘ndòš penšéri stràchi
strózegadi splindernànt, de dré i mè paši
vardàr dent se se desgàisa mè resón

l’empresóna le parole, ‘mpituràde dai mè dedi
par strucarle strénte ‘n mèz a na stropàia, tuta negra
che la fùš tèrmen segùr ai mè sogni palesàdi
sgociolàdi sora ‘l fòli, càbia bianca tuta ‘ntórn

e me sento ‘n réfol tebi a compagnar la man sinzéra,
vèn för sgói de gròle negre, come elina sora ‘n cròz
gh’è dent tuti i mè penséri sui sgrifóni ‘ntortoladi
e valgùni arènt me dis, che l’è sogni de verén

elo ‘l slizéga pan pian, compagnà dal sol che zéde
col sò paš che ‘l par na Pàris, trèi ennanzi e un endré
pò pešégo a scònder tut, che negùn sàpa na drìta
fòrsi ‘n dì valgùn lo gàta e se ‘l capis, l’empiza ‘l föc

Giuliano

inchiostro…

è inchiostro che macchia fogli di neve
per disegnarvi addosso pensieri, stanchi
trascinati svogliatamente dietro i miei passi
per guardami dentro e dare un senso alle cose

imprigiona le parole, pitturate con le mie dita
per stringerle forte in mezzo ad una siepe, tutta nera
affinché tracci il confine certo dei miei sogni rivelati
gocciolati sopra il foglio, gabbia bianca messa intorno

e mi sento un refolo tiepido ad accompagnare la mano sincera
escono voli di nere cornacchie, come edera su una rupe,
ci sono tutti i miei pensieri nei graffi attorcigliati
e qualcuno vicino sussurra, che son sogni avvelenati

lui scivola piano piano, accompagnato dal sole che tramonta
con il suo passo che sembra una Bayrische, tre avanti ed uno indietro
poi mi affretto a nascondere tutto che nessuno conosca la verità
forse un giorno qualcuno lo troverà e se comprende, accenderà il fuoco

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2 risposte a “engiòstro…”

  1. Ciao Giuliano,
    non so se l’ho letta e ascoltata dieci o più di dieci volte e, ti prego di non avertene a male, non la capisco. Non escludo che possa dipendere da miei limiti soggettivi e allora bisognerà che ne prenda atto perché non è la prima volta che mi trovo in difficoltà con la comprensione dei tuoi versi. Ma, a proposito di dialetto, italiano, ermetismo, ecc. e aldilà della difficoltà di comprensione di alcuni termini (difficoltà che con la traduzione viene parzialmente superata) , mi pareva che fossimo d’accordo nell’affermare che il dialetto offre un’immediatezza ed una spontanetà maggiori rispetto alla lingua, fuori da ogni forma di involuzione ermetica. Mi sembra, forse sbagliando, che così non sia in questa tua “inchiostro” dove non trovo immediatezza bensì complessità di immagini che paiono a me slegate fra loro e quindi tutte da interpretare.
    La musicalità rimane e credo sia legata. oltre al dialetto stesso, alla capacità di mettere assieme le parole più adatte, arte nella quale riesci molto bene. Ma se poi non capisco il significato del messaggio, la musicalità non ha un senso per conto proprio.
    Ma non vorrei che prendessi come definitivo questo mio modestissimo parere. Sarei invece molto curioso di leggere cosa ha da dire quell’Anna della volta scorsa, che mi sembrava di una grande acutezza. E non solo.
    Ciao e buona giornata.
    Guido

    1. Concordo che lo scritto non sia il massimo dell’immediatezza ma stavolta è uscito così.
      Il senso…
      la scrittura, sto parlando della scrittura e del suo essere segno nero su spazi bianchi.
      Dove non comprendo se sia più importante lo spazio libero o il segno.
      Sto parlando del fatto che, a volte, scrivo…
      Grazie, Diaolin

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