resurezión…
ma mi che pašo a pè för da la croš
e vardo qoel pör òm tacà su a ‘n ciòlt
me digo se dalbòn šèrvia dói legni
e ‘n cristo dezipà a vardàr ennanzi
l’è tut na magnarìa sora ‘l dolor
che fà de sta pašion na bròca spìza
par farne angoràr fiš en paradis
e su sta tèra gnènt vanzà de dolc
resurezión, l’à dit, l’òm bachetà,
e fòrsi che ‘l voleš crepàr par ultim
ma i mè paroni e i töi i ne völ cuciàdi
ché gènt felìze rédene no i gà
e tuti a recordàrse sta crosàra
‘n de strade che fenìs su l’ert, ‘mpontà
pò vis’cie che le zìfola, saéte,
bestéme e musi fondi ‘n procesión
no sai se ‘l siore Dio l’à sià sta ziéra
che pò aldelà ‘l sarà tut sol e mar
ma chiche à vist el snöbel dré la croš
l’à cernì giust da star dré ‘l manech tont
Giuliano
io che passeggio a piedi nei pressi della “Croce”
ed osservo quell’uomo attaccato ad un chiodo
mi chiedo se davvero servano quei due legni
ed un cristo sfigurato per avviarci verso il futuro
è solo un mercato (magna-magna) sul dolore
che rende questa passione un chiodo appuntito
per farci desiderare intensamente il paradiso
che su questa terra non è restato nulla di dolce
resurrezione, ha detto l’uomo che è stato punito
e forse avrebbe voluto essere l’ultimo a morire per questo
ma i miei ed i tuoi padroni ci vogliono sottomessi
ché la gente felice non ha briglie
e tutti a ricordarsi di quel crocevia
in strade che finiscono per essere ripide
poi fruste che fischiano, saette,
bestemmie e visi cupi in processione
non so se il signore Dio abbia messo questo limite
aldilà della quale tutto sarà sole e mare
ma quelli che hanno visto il bastone dietro la croce
l’hanno scelto per tenerlo dalla parte comoda del manico
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Giuliano,
il paradiso promesso è freno per chi non ha da perdere che le catene.
Il motto miserabile “Fai come prete dice e non come prete fa”, ne esplica tutto l’inganno.
Il purgatorio è invenzione del primo periodo dell’umanesimo, invenzione per controllare ancora l’uomo che stava uscendo dalle fissità tra le quali il destino.
Non riusciamo a separare Dio da Cesare e nel pasticcio non ne comprendiamo l’uso…
Hic Rodus hic salta.
Qui, voglio risorgere uomo.
Discorso molto difficile.
Grazie, mio amico, mi affascini sempre.
…la gente felice non ha briglie..questo è il punto…questo il potere non vuole dare agli uomini…la felicità…perchè è libertà….e gli uomini liberi fanno paura al potere, qualunque esso sia…
mi piace questo tuo pensiero…
È un argomento questo che, sia pur con sfumature diverse, ho trattato più volte anch’io. Anche di recente. È un argomento che non offre una fine logica: prendere o lasciare, dove lasciare significa appunto “no gavér paroni” e sciegliersi la propria strada liberamente, senza briglie a pesare sulla schiena.
Guido
Mi dispiace quasi intervenire sul contenuto di questo pensier-poesia…forse rischio di violentare il poeta e la poesia…
Ma a me sta a cuore questo tema che mi porta a parlare dell’identità umana, dell’uomo, delle sue passioni, ..e della sua ragione di essere tale. Una storia che ci perseguita da secoli, dura a morire.
Io la penso come Giordano Bruno..che non aveva di buon occhio Cristo..comprese intuì che l’idea di Cristo alienato dalla divinità per essere uomo, doveva dimostrare e testimoniare la vita di dolore e morte a cui va incontro per difendere ed esaltare “l’esistenza del dio padre…” era un’astuzia del potere..asinino….una condanna all’ignoranza, per la sopravvivenza del potere…
Concetto tutto cattolico e cristiano, in special modo.. quello che si deve assumere la sofferenza come male ineluttabile..e ineliminabile, inalienabile, sperare solo di morire su una croce per poi risorgere ad altra vita, che vita non è… è non esistenza..L’eterno confronto con il nulla, con ciò che non è..
Non amo Cristo in croce…non mi attizza neanche un po’….
Chi ce l’ha messo su quella croce lo faccia scendere , per favore, perché è stato un comando, un atto “terroristico “, un monito severo perché la gente debba avere sensi di colpa, perché la gente non deve pensare..perché la gente deve solo ubbidire al comando di “credere” per non pensare…ed essere responsabile delle proprie azioni.
Questa sofferenza esibita e corteggiata ed amata è inchiodata come una croce nella mente umana che deve pensare che la felicità non è di questo mondo, perché per esercitare il potere le persone si devono sottomettere al comando e all’angoscia di non poter pensare ed agire ed essere critica..al potere…
Perché la gente come tu dici bene deve essere liberata dall’idea, dall’ideologia che il dolore e la morte siano la sola condizione umana. Perché l’uomo non debba credere che si può lottare per essere e affermare una idea di umanità altra senza l’idea del Male…insito nella stessa natura umana.
L’uomo nasce con un corredo di fantasia e di potenzialità che magari vengono poi distrutte da questa stessa cultura che ha perso l’umanità e inchioda allo stesso destino tutti gli altri uomini, che non devono vivere secondo i propri desideri e la libertà di pensare.
Questa idea della morte esibita in crocefisso,deve restare e sopravvivere perché in nome di dio e di Cristo si deve seminare altra morte e altro dolore. Perché sul dolore ineliminabile si debbano costruire cattedrali per far sopravvivere quel potere religioso armato. imbellettato incipriato, corrotto mafioso che controlla le coscienze..Poi il braccio secolare fa la sua parte e serve questo potere per dominare. Per il danaro fluente che riempe le tasche degli uomini di potere che opprimono gli altri.
La strada da percorrere..il vero Golgota e la lotta per l’affermazione dell’identità umana …questa è per me la questione principale..la sfida per la “resurrezione” della carne, la mia carne qui ed ora..
Grazie Giuliano..
Stavo rileggendo…
grazie a voi