la bedóla…

      1896.mp3

e cròda tute le sò giàlde föie
sul terzaröl, lassà marcir sul prà,
desmentegà da man ‘nfizàde
restade, stràche, dent da l’ùs
a ciùtar för dai védri grìsi
l’aotùn che slarga ‘l sò linzöl
color de ciànti de zigàineri
a ‘mpituràr la nòssa vita
de sonade e de smarlòssi
ma ghe s’è crepà ‘n ram
e l’èi restada lì sul tómol
con la sò fèrla che ll’aùta
a corér sol en atimo de pù
en vèrs la fin co i sò penséri

e a mi me resta ‘n ment la ciòma bionda

Giuliano

la betulla

cadono tutte le sue foglie gialle
sul settembrino, lasciato marcire sul prato,
dimenticato da mani raggrinzite
rimaste, stanche, dietro una porta
ad occhieggiare dai vetri grigi
l’autunno che cala il suo lenzuolo
colore dei vestiti degli zingari
a colorare la nostra vita
di suonate e serrature
ma le si è rotto un ramo
ed è rimasta lì sul dosso
con la sua stampella che l’aiuta
a correre ancora per un attimo
verso la fine con i propri pensieri

ed a me resta nel cuore la bionda chioma

ci sono delle cose che ad un certo punto sono impossibili da fermare…

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13 risposte a “la bedóla…”

  1. …e a mi resta ‘n ment la cioma bionda…trovo in questa conclusione un’immagine di bellezza e di struggente ed affettuosa malinconia,ma è un ricordo di vita..Bella e piena di contenuti valoriali..!!!

  2. Alto e filosofico “lamento”.
    Possiamo solo osservare, niente c’è dato poter fare.
    Solo la sofferta accettazione.
    Quelle mani nodose e stanche dietro i vetri, sono graffi della mente, dell’anima.
    Ci è dato solo assistere impotenti, amico mio.
    …Vorrei stringere quelle mani e da dietro quei vetri grigi piangere il mondo.
    Grazie, mio amico.
    Sento il peso di quella vita.

  3. color de ciànti de zigàineri …
    Hai descritto i colori dell’autunno solo con queste parole che subito sono diventate immagine … mi piace! Ciao!!!

  4. ‎’azz, che bela…. fante a temp a cambiarla fuèr con cheda dal cialender??? (Varda che scherzi, la narà ben par chel da l’an che ven!)

  5. stamani 4 gradi…la bellezza della neve …la bellezza dei colori dei faggi e delle betulle…ma, una grande angoscia…sta arrivando l’inverno…mesi d’attesa e poi nuovamente questi ultimi colori verranno sostituiti da tenui verdi! Grazie Giuliano,come sempre riesci a fermare in poesia degli attimi di vita

  6. ……e a mi me resta ‘n ment la ciòma bionda…..

    Giuliano, una lacrima di ruscello che scorre giù come tra le pietraie….
    Io penso che tu abbia trasformato in parole colorate l’accadere della vita…quando la vita ci si fa dinanzi con “qualcosa” che ci richiede di accettare solo di “essere impotenti”, perchè non c’è alcuna possibilità di fermare e intervenire per traformare eventi tristi.
    Possiamo solo mettere in gioco la bellezza di un sentire che non c’indurisce mai il cuore..che è “presenza indispensabile”, starci ed esserci..
    Possiamo solo contrastare la dura realtà tenendoci stretti tra le mani… “la ciòma bionda…..” e quei suoni di un autunno che conserva i colori. Anche quando ci appare sia impossibile poterli vedere..e risuonare con essi e per essi..

    …”l’aotùn che slarga ‘l sò linzöl

    color de ciànti de zigàineri

    a ‘mpituràr la nòssa vita

    de sonade e de smarlòssi”

    Bellissima come acqua che sgorga da dentro per sua intima natura e inclinazione.

    Ciao “sonador di canti”,
    al mio cuore.
    Un canto un bacio.

  7. Giuliano! irresistibile… lenzuolo colore dei vestiti degli zingari a colorare la nostra vita..e il tuo canto gentile. devo portalo con me . e farne dono ad altri. Grazie!

  8. Caro Giuliano, ti scrivo qui perche` non trovo altro modo di farlo qui nel tuo sito.
    Ascoltando la tua intervista a Trentoblog, una tua affermazione mi ha colpito in particolare, quando dici di pensare in dialetto. Il dialetto e` la tua prima pelle interiore e ti regala la possibilita` di capirti meglio. Molto bello! Io, che da quasi vent’anni vivo negli Stati Uniti sono un italiano un po` anomalo. Certo…col mio voto ho contribuito a girare il piatto della bilancia verso Prodi quella volta, ricordi? Certo che ho votato sisisisi la settimana scorsa…ma…sempre un italiano lontano rimango, con tutte le trasformazioni che il vivere all’estero implica. Una di queste e` che penso in inglese…liberanosdomine. Ma poi la tua affermazione mi ha fatto riflettere piu` a fondo su me stesso. Quanto della mia attivita` intellettiva si esprime attraverso il linguaggio? Non sono piuttosto un’accozzaglia d’immagini dell’esperienza, di sensazioni, d’intuizione senza verbo, di certezze comprovate dalla ripetitivita`? La mia risposta e` stata affermativa. Il linguaggio, nella mia vita intellettiva quotidiana, puo` starsene tranquillamente in poltrona per lunghi periodi senza impedirmi di “funzionare”. Ma, pero` c’e` un ma! Tutte le volte che istintivamente riaffiora la mia italianita` io penso in dialetto roveretano. E` come se l’Italia per me fosse unicamente un’entita` politico-amministrativa a cui appartengo dal 1861 per ragioni storiche…ma il mio cuore e` tattuato di dialetto e di Trentino. Si puo` essere piu` schizzofrenici di cosi :)? Altalenarsi tra dialetto e inglese, e l’italiano tegnirlo sol per i tagliani e per ti, adess, no capiso gnanca mi la resom?
    Va beh, per concludere, e` molto interessante la tua proposta di creare un sito(?) dove ci si possa esprimere nei vari dialetti come una piattaforma di confronto e di aprrofondimento di amicizie. Nel mio piccolo e da puro dilettante, scrivo satire in dialetto roveretano che io trovo divertenti ma…ai posteri l’arduo giudizio 🙂 Non so se ti piacerebbe leggerne qualcuna…tuttavia mi sono reso conto che il dialetto e` e rimane vivo, perche` lo si puo` usare per parlare di qualsiasi cosa e non solo degli oggetti del passato come, che so, el farlet o i prai vegri de nef 🙂

    Ciao belo, tegni dur e alegria,
    Carlo

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