milienövezèntosetantasète…
mili e növezènto setanta sète volte
parerìa sqoàsi el numer
da meter sula làsta
de un nasù par sbàli
che adès no l’è pu chi
envezì l’è na storia
che i cònta ito bèla
col cào fat su de céndro
par qoél che no aven fat
tut tòneghe sgionfàde
e ceregòti mèsteghi
tovàie ‘n de i sò armari
betòneghe ‘n ghinòcio
e fum de ‘ncensi ‘ntorn
turiboi empizàdi
e scorla navesèle
parole ‘mpasionade
e gènt che crèpa ancor
adès sarìa anca stùf
scoltàr ste slòiche gréve
da boche fate för
col sanch mongiù dal ciel
ma ‘n altra volta ancora
i strózega na croš
lasandone capìr
che l’è par en di sol
e fòrsi, ‘n altro an
i cambierà i sò cianti
ma ‘n la scarsèla nòsa
gh’è ‘n ciòdo, rugiolì
Giuliano
millenovecentosettantasette volte
sembrerebbe quasi il numero
da scrivere su una lapide
di uno nato per sbaglio
che non è più tra noi
invece si tratta di una storia
che ci raccontano da sempre
con il capo coperto di cenere
per ciò che non siamo riusciti a fare
tutte tuniche rigonfie
e chierichetti tristi
tovaglie riposte negli armadi
pie donne inginocchiate
e fumo di incenso intorno
turiboli accesi
e navicelle che tremano
parole appassionate
ma la gente crèpa ancora
adesso sarei anche stufo
di ascoltare questi racconti grévi
che escono da bocche rifatte
con il sangue munto dal cielo
ma per un altra volta
trascinano una croce
lasciandoci intendere
che è solo per un giorno ancora
e forse, un altr’anno
cambieranno il loro vestito
ma nelle nostre tasche
ci sarà ancora un chiodo, arrugginito
Sono millenovecentosettanta sette volte che ci raccontano questa storia, ma non abbiamo ancora capito
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Sì è vero, ce la raccontano da sempre la storia. In modi fra loro diversi. Una storia che fa troppo spesso a pugni con una realtà che sta sotto gli occhi di tutti coloro che vogliono tenere gli occhi aperti. La storia di un giorno soltanto, come dici tu. Poi tuttoriprenderà come prima: il solito tran tran nell’indifferenza quasi generale. Nel grigiore quotidiano dove ognuno pensa a se stesso. Altro che festa! Altro che Pasqua di resurrezione!
Buona Pasqua, diaolìn.
Eggià, e poi mi vengono a raccontare di punizioni non fatte, di stupri di bambini e di peccati sessuali….
Lo stupro di un bambino non è un reato sessuale, chi lo sostiene è un bastardo come chi lo fa!
Altro che Pasqua di resurrezione…
Buona primavera Guido…
almeno quella ci porta la vita.